L'Ecuador e lo stop alle trivelle: una decisione storica

24.08.2023

Con un referendum popolare, l'Ecuador dice no alle trivelle in Amazzonia. Una decisione che dona speranza, in un habitat tanto delicato quanto importante a livello ambientale e sociale, sempre più minacciato da deforestazione, estrazione di combustibili e cambiamenti climatici. Tuttavia, un rischio che la svolta non venga effettivamente applicata c'è.

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Il 59% degli elettori ha infatti votato contro lo sfruttamento petrolifero, salvaguardando il Parco nazionale Yasuni, epicentro della biodiversità, che contiene un grande giacimento petrolifero, ma che verrebbe pesantemente danneggiato dalle trivellazioni, così come le popolazioni indigene che lo abitano.

Il risultato è un trionfo per il gruppo ambientalista locale, che ha lottato per la salvaguardia dell'area protetta, e così dovrebbe essere per tutti noi, che questo mondo lo abitiamo e non possiamo rimanere indifferenti alla distruzione che stiamo causando.

Nonostante questo, alcune incertezze rimangono. Secondo la Corte costituzionale, infatti, gli impianti di estrazione dovrebbero essere smantellati entro un anno, ma Petroecuador ha avvertito che non sarà materialmente possibile farlo rispettando la scadenza, e il controllo dell'avvenuta cessazione delle attività ricadrà sul prossimo governo.

Inoltre, altra nota negativa, il Ministro dell'Energia e delle Miniere, Fernando Santos, ha dichiarato che è possibile impugnare il referendum, in quanto nella zona dimora del sito, la maggioranza ha votato contro lo stop alle trivelle. per il ministro dunque, ora le estrazioni procedono.

Quest'ultima notizia segna di sicuro una negativa retromarcia da parte delle istituzioni, che pongono ancora, nonostante le evidenze climatiche, il profitto dinnanzi alla salute pianeta (l'estrazione di petrolio dal giacimento interessato rappresenta infatti l'!!% della produzione nazionale di greggio, pilastro dell'economia ecuadoriana.

Notizia che non deve però oscurare la scelta di coraggio e giustizia della maggioranza della popolazione, che ha detto sì non solo allo stop delle trivelle, ma al futuro, al Pianeta. Cha ha anteposto i diritti delle popolazioni indigene e la salvaguardia ambientale ad una sicurezza economica su breve termine, che distrugge gli ecosistemi e porta a svantaggi a lungo termine ben più pesanti, in termini non solo ambientali e sociali ma anche, ovviamente, economici


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